A piedi sulla Linea Gotica

La Linea Gotica è un sistema di fortificazioni che tagliavano in due l’Italia: da una parte il nord, fermamente in mano tedesca, dall’altra il centro-sud, dove uno sbarco alleato avrebbe potuto minare i piani del Terzo Reich. Dal Tirreno all’Adriatico, dalla Toscana all’Emilia Romagna, da Cinquale a Sant’Alberto di Ravenna. Una memoria storica lunga 300 chilometri che non lascia dubbi e non può essere ignorata per l’imponenza e il numero delle sue tracce. Oggi la si può scoprire completamente a piedi grazie a un cammino di 18 tappe che la fiancheggia, la interseca e la segue da una costa all’altra.

A piedi sulla Linea Gotica | di MArtina Fabbri | Andrea Pacilli editore 2017 | 150 pp | 13€

In effetti si tratta di un coast-to-coast, ma sono sicuro che il termine farebbe rabbrividire chi ha tracciato i sentieri, scritto la guida, percorso il cammino per intero. Il suo significato è ben più che turistico, escursionistico, territoriale, culturale. In 18 tappe, con la lentezza dei nostri piedi, con la meditazione della fatica, le opere di difesa ci sfilano accanto allo stesso modo delle case, dei bar o delle colline, dei ruscelli. Sono parte del paesaggio, un elemento senza il quale, a distanza di decenni, l’ambiente in cui si trovano perderebbe qualcosa. Noi perderemmo di certo l’opportunità di renderci conto lontano dai libri di cosa sia stata quella parte della guerra.

La premessa non è ancora finita. In questa storia ci sono donne e uomini volenterosi e devoti che hanno speso anni per tracciare un cammino da percorrere a piedi. Uno di loro è Vito Paticchia, che insieme a Marco Boglione nel 2012 ha pubblicato la guida Sulle tracce della Linea Gotica.

Poi ci sono due ragazzi a cui piace camminare, e che quando camminano gli piace fare 300 chilometri, perdersi sugli appennini, sopravvivere a temporali chiusi in tenda. Dall’incontro tra questa coppia affiatata e il libro non poteva che nascere l’idea di un cammino estivo dal Tirreno all’Adriatico.

 

Il diario

Ecco come inizia la storia di A piedi sulla Linea Gotica (la premessa adesso è finita).

Lei, camminatrice e autrice del libro, si chiama Martina Fabbri. Potete conoscerla su laviadifuga.org. Lui, camminatore e ispiratore nell’ombra, figura misteriosa, si chiama Giulio Capitelli. Insieme sono partiti. Facile no? No! La partenza per questo cammino ha richiesto una preparazione lunga e meticolosa tra Bologna e Madrid, e li ha spinti a confrontarsi con chi sul territorio conserva e protegge la memoria di questo angolo di passato.

Giulio e Martina non volevano accontentarsi di camminare. Dato l’alto valore storico di questo cammino, volevano dare ai loro passi un peso simbolico, e così hanno portato con sé Irene, una bandiera dell’Associazione nazionale partigiani italiani, per unire in un abbraccio l’inizio e la fine della Linea Gotica.

Come ogni altro aspetto della nostra vita, anche i passi sono semplicemente passi, il camminare non è altro che spostarsi grazie ai nostri piedi. La sua importanza è tutta nel significato simbolico che ne diamo, nel valore che riusciamo a conferirgli al di là della sua essenza oggettiva. Per cui nel diario ci sono notti in sacco a pelo, salite polverose, lattine di Coca Cola fresca come oasi nel deserto, docce calde agognate, incontri casuali, un’Italia sempre uguale e sconosciuta che si svela ad ogni passo. A renderlo speciale è il filo rosso della storia che unisce il 1944, la preparazione scrupolosa di Martina e Giulio, le persone che li hanno accolti come messaggeri di buone novelle, la fatica per uno scopo: vedere, conoscere, testimoniare.