Cammino di San Carlo: da Varallo a Guardabosone (3° tappa)

La terza tappa del Cammino di San Carlo percorre il tratto tra Varallo Sesia e Guardabosone, la parte centrale della valle Sesia. Si tratta di un itinerario molto interessante dal punto di vista culturale, bello e rilassante dal punto di vista naturalistico, e non presenta alcuna difficoltà rilevante. Al termine dell’articolo troverete la traccia gps che potete usare con i programmi a cui siete abituati.

Prima di iniziare premetto subito che il cammino non è segnalato. L’Associazione Cammino di San Carlo ha fatto un lavoro accuratissimo nel tracciare l’itinerario e raccogliere tutte le informazioni utili, ma non è ancora stato possibile segnalare il percorso in modo adeguato. Tuttavia i membri dell’associazione sono molto disponibili a fornire qualche aiuto se desiderate percorrere il cammino. Esiste inoltre una guida molto completa e precisa, che vi sarà di grandissimo aiuto.

Il punto di partenza è Varallo Sesia. Qui merita almeno una mezz’ora di visita il Sacro Monte di Varallo. Anche i non credenti lo troveranno interessante. L’intera vetta della collina è trasformata in una nuova Gerusalemme in cui quaranta quattro cappelle raccontano la vita di Gesù. Le prime in un boschetto in cui l’architettura religiosa si adatta ai rilievi del monte ed è attorniata da alberi e cespugli. In autunno è un luogo magico in cui si respira una pace profonda. Inoltre non è molto frequentato, soprattutto nelle prime ore della mattina: è il luogo ideale da cui iniziare il cammino.

Una volta lasciato il Monte si attraversa il Comune di Varallo lungo la via principale, sulla quale si affacciano alcune ville antiche di grande bellezza. Subito fuori dall’abitato invece, prima di inoltrarsi nel bosco, si incontra il piccolo santuario della Madonna di Loreto, affrescato da Gaudenzio Ferrari.

Dopo circa un chilometro di asfalto, a un paio di chilometri dall’inizio del cammino, inizia il bosco. Per un lungo tratto il cammino è davvero suggestivo. Immersi nella natura, nessun rumore tranne il fruscio degli alberi, i cinguettii, e al massimo gli attrezzi dei taglialegna. Complessivamente, una gran parte del cammino si svolge proprio nei boschi, e questo lo rende molto bello.

Tra Varallo e Quarona, dopo una salita poco impegnativa e un breve tratto pianeggiante nella fitta boscaglia, si incontra il lago di Sant’Agostino. Il bacino si trova incavato nella montagna, in una piccolissima valle. In inverno è uno dei tratti più pericolosi perché anche quando la neve si scioglie le sue sponde potrebbero essere ghiacciate. Il suo fascino è quasi spettrale: camminando sul sentiero che costeggia il lago, le sue acque compaiono tra la vegetazione, e mentre gli lanciamo veloci occhiate cercando di non inciampare sulle pietre, ci rendiamo conto che il silenzio è quasi totale, e il verso di ogni animale echeggia in tutta la piccola valletta. Abbandonato il lago si prosegue nella scusa valle che in zona viene chiamata proprio Bunda Tuppa, “Vale Scura”.

A metà della discesa, prima di uscire dal bosco, si incontra un grande basso sotto il quale sbuca l’acqua che dal lago si era inabissata sotto terra. Dopo un breve tratto tra le pietraie però l’acqua compare di nuovo. Il grande masso viene chiamato Sass di Strij e d’Ava Corna, “Sasso delle streghe e dell’acqua degli inferi”. Secondo la credenza popolare è ritrovo di streghe e folletti nelle notti di plenilunio. Sulla roccia vi sono alcune incisioni che lasciano pensare a riti celtici; in tutta la valletta sono numerosi i riferimenti ad antichi riti e culti pagani.

A Quarona per qualche minuto si attraversa il centro abitato, e qui vale la pena fare una deviazione di mezz’ora per riposarsi davanti alla chiesa di San Giovanni al Monte. La chiesa è quasi sempre chiusa, ma se ci tenete a visitarne l’interno potete contattare la parrocchia di Quarona Sesia. La prima costruzione della chiesa risale addirittura al IV secolo, al periodo di prima cristianizzazione della valle, e probabilmente si deve ai legionari romani che nella valle eressero una postazione di guardia. L’edificio ha assunto la forma attuale con i rimaneggiamenti tra il IX e il XVI secolo. La sua vera bellezza è all’interno, tra i cicli pittorici affrescati che ne ricoprono le pareti.

Tra quarona e Borgosesia si cammina poi per un buon tratto lungo la ferrovia, ma una volta attraversato il fiume Sesia e percorso un tratto di centro abitato, si ritorna tra i boschi.

Uno dei tratti più belli della tappa è quello che da Borgosesia, passando dietro il polo ospedalieri, conduce a Guardabosone. Di nuovo si attraversano boschi silenziosi e si calpestano le foglie in un saliscendi.

Se il vostro cammino non è finito, avrete sicuramente organizzato il pernottamento in una struttura convenzionata. Se dovete tornare a Varallo a recuperare l’auto, sappiate che potete trovare mezzi pubblici a Borgosesia o a Crevacuore, il paese successivo che si trova a circa due chilometri; attenzione però perché i collegamenti sono molto scarsi. A Borgosesia invece è assai più facile trovare un pullman che vi riporti a Varallo.

Chi raggiunge Varallo Sesia in auto può scegliere di parcheggiare sul Sacro Monte oppure in paese. I parcheggi del Sacro Monte sono quasi tutti a pagamento, anche in “bassa stagione”. Inoltre se percorrete questa unica tappa e dovrete recuperare l’auto di sera, sappiate che il sentiero che dal paese sale al Monte è completamente immerso nella vegetazione e non illuminato.

Se invece parcheggiate l’auto in paese o arrivate in treno, potete salire al Monte in 15 minuti per una rapida visita prima di partire.

A questo link potete scaricare la traccia GPS dell’itinerario in formato TCX: parte dal Sacro Monte di Varallo, a Quarona devia per San Giovanni al Monte, arriva a Guardabosone e poi prosegue per altri due chilometri fino a Crevacuore. Spero vi sia utile!