Non devo convincervi che fare lo zaino sia un’arte: chi cammina lo sa già. Per trascorrere due giorni o un mese con la casa sulla schiena dobbiamo conoscere la raffinata arte di valutare cosa è utile e cosa non lo è.
Lo zaino è lo spazio limitato in cui far stare tutti gli oggetti che ci aiuteranno nella prossima settimana, nel prossimo mese di cammino. Oltre alla determinazione, fanno la differenza tra il proseguire e il tornare a casa.

Saper scegliere significa saper dare il giusto peso a ogni oggetto. Non si tratta di eliminare, ma di approvare. Non di rinunciare, ma di accogliere nella propria vita solo ciò che è essenziale, e di lasciare indietro ciò che è un peso.
La metafora dello zaino come scuola di vita è naturale, semplice e potente.
Sull’importanza degli oggetti che portiamo con noi in cammino, Andrea Mattei ci ha scritto un libro. L’arte di fare lo zaino, uscito a marzo 2018 per Ediciclo.
Andrea Mattei
Chi si è appassionato al mondo del cammino conosce sicuramente Andrea Mattei: è una delle poche voci in Italia che raccontano il camminare a chi non lo conosce. Giornalista de La Gazzetta dello Sport e camminatore.
Un giorno ha deciso di acquistare una lente d’ingrandimento da portare con sé in cammino, e si è ricordato di quelle che stavano sui righelli quando andavamo a scuola. Piccola e leggerissima, perfetta per un camminatore!
Trovarla non è stato facile. La sua ricerca lo ha portato da un ottico, il quale gli ha detto il nome di quel prodigio tecnologico: Lente di Fresnel.
L’arte di fare lo zaino inizia in quella bottega, con il nome sconosciuto di un oggetto che tutti noi abbiamo maneggiato per anni senza conoscerne la storia. Quella storia lo ha affascinato e gli ha fatto capire che dietro alla semplicità degli oggetti che ci accompagnano c’è una lunga storia che si può raccontare.
Cercate di non fare caso alle domande: concentratevi sulle risposte, perché la saggezza è lì.
Prima di tutto: c’è un’arte nel fare lo zaino?
«Chi cammina ha un rapporto di odio e amore con il suo zaino. È un simbolo di libertà, ma di contro lo zaino pesa inevitabilmente, per cui l’arte che bisogna imparare è quella di togliere peso per viaggiare più leggeri, in maniera più agile possibile.
Paolo Rumiz, l’ho citato nell’introduzione al libro, dice che esistono due categorie di uomini: l’uomo tir e l’uomo mongolfiera. L’uomo tir accumula oggetti fino alla fine della sa vita, mentre l’uomo mongolfiera si libera della zavorra per poter volare. Chi cammina non può che essere un uomo mongolfiera: coltiva l’arte di alleggerirsi, buttare la zavorra, liberarsi dai vincoli e dalla schiavitù di questi oggetti che ci legano quotidianamente nelle nostre cose.
Chi cammina non può che essere un uomo mongolfiera: coltiva l’arte di alleggerirsi e liberarsi dai vincoli per poter volare
Quando fai uno zaino devi riuscire a eliminare il superfluo. Diciamo che è proprio questo il viaggio verso l’essenziale: togliendo tutto il resto rimangono le cose che contano».
Siamo sommersi dal superfluo, quando prepariamo lo zaino riproponiamo la nostra abitudine ad avere tutto con noi. Però non è possibile
«Un autore americano, Dave Bruno, qualche anno fa ha lanciato una sfida chiamata la sfida delle 100 cose. Ha provato a vivere per un anno con cento oggetti. Il lavoro grosso non è stata vivere con soli 100 oggetti, ma selezionarli.Nello zaino di chi cammina ci possono stare 40/50 oggetti, e questi oggetti sono più che sufficienti per vivere una settimana o anche un paio di mesi di cammino. È un’abilità che poi si rispecchia nella vita di tutti i giorni: la liberazione dalla schiavitù degli oggetti è una cosa che dovremmo coltivare non solo quando siamo in cammino, ma anche quando stiamo a casa nostra».
L’intervista completa sarà pubblicata sulla rivista Camminare sul numero di luglio/agosto
Perché questo libro
Perché guarderete agli oggetti nel vostro zaino in modo diverso. Andrea Mattei ha fatto una ricerca molto rigorosa e la racconta senza fronzoli: l’argomento è così interessante che non serve abbellirlo.
Nella biblioteca di un viaggiatore a piedi è un libro che non può mancare (e non l’avevo ancora scritto di nessun libro su questo blog)!