Il lato selvaggio dell’Elba

Non era la prima volta che facevo un lungo trekking, ma il dormire sotto le stelle, senza comodità tranne quella di poter essere se stessi, è un’esperienza da fare qualche volta. Tutte le esperienze che facciamo ci insegnano qualcosa; questa fa intuire l’importanza dell’umiltà, della tolleranza, fa comprendere pienamente cosa sia il ritorno all’essenziale. Un sacco a pelo, un terreno morbido su cui dormire, 3 litri d’acqua: questo è essenziale.

L’Elba selvaggia

In compagnia di una guida e di un gruppo di camminatori scapestrati ho attraversato l’Elba da est a ovest e da sud a nord, l’ho camminata in lungo e in largo su una variante della Grande Traversata Elbana.

Il punto in cui si mettono i piedi sul sentiero è Cavo, l’approdo più vicino alla terraferma. Il sentiero sale verso l’interno lasciando ammirare il mare per tutta la giornata. Il mare, ma prima di lui i versanti ondulati di arbusti verdissimi che si protendono verso l’acqua e terminano con le loro punte rocciose.

I crinali si alzano oltre la vegetazione; dove batte il vento sopravvivono i cespugli selvaggi e gli steli d’erba asciugati dal sole, e le rocce bianche. Da una parte e dall’altra l’Elba racconta le storie dei suoi porti, della dominazione toscana e spagnola del mar Tirreno, dei pastori che aspettano le pecore dentro ripari di pietra, e dei villaggi dai tetti rossi a pochi chilometri dal mare.

La vegetazione, sull’isola d’Elba, cambia rapidamente e stupisce sempre. Le pinete circondano un pascolo erboso proprio sotto il crinale brullo; in mezz’ora la macchia mediterranea torna a coprirci e a darci frescura. Poi la cima di un monticello, i castagni, i noccioli, l’abete rosso, e all’improvviso siamo sulle Alpi. È il sentiero delle farfalle, un luogo in cui nella stagione giusta davvero incontrerete decine di coloratissimi lepidotteri.

Sono stato all’Elba, ma non posso raccontarlo a nessuno. Non ho visto le residenze di Napoleone, non sono stato nelle spiagge buone, non mi sono seduto a godermi il sole al porto di Portoferraio. A chi posso dirlo che sono stato all’Elba, se l’Elba non l’ho vista?

C’erano queste valli strettissime che dal crinale si vedevano scendere serpeggiando verso altre valli, verso altre valli, e poi verso il mare. L’Elba è piccola solo vista sulla mappa dell’ufficio turistico. Quando ci sei in mezzo, in lontananza si vede la prossima vetta e dietro, annebbiata dalla foschia, quella successiva. E no, i motorini non ci arrivano: esistono solo se ci vai a piedi.

Se vai a piedi puoi sederti sotto un pino marittimo, godere del vento che raffresca il sudore e riempirti gli occhi della forma e dei colori dei porti e delle insenature, del verde e del blu. Se non vai a piedi la cima è poco più di una forma bidimensionale. Se vai a piedi non basta una vita intera per conoscere l’isola.

Siamo stati all’Elba ma non lo sa nessuno. Siamo partiti da Cavo, siamo comparsi a Lacona, Procchio e Pomonte, ma per tutto il resto del tempo non eravamo davvero lì. I sentieri attraversano dei luoghi che esistono solo per chi li calpesta, per tutti gli altri sono incomprensibili perché le parole non possono spiegare la geografia di un sentiero a chi non l’ha conosciuto.

Per cui all’Elba io non ci sono stato, ma credo di conoscerla meglio di molti altri.

All’Elba non c’è acqua

Anzi c’è ma è ben nascosta. In tutti i centri che abbiamo visitato le uniche fontane pubbliche che abbiamo incontrato erano secche. Unica eccezione è una fontanella a Procchio e la fonte di Pomonte. Una fontana è un atto di civiltà, chiudere una fontana al pubblico è spietato. Procuratevi l’acqua presso bar o negozietti e non partite mai, soprattutto al caldo, senza almeno due litri nello zaino, perché in caso di bisogno potrebbero mancare diverse ore al prossimo rifornimento.

Quando andare

In primavera e autunno. In estate il caldo è molto intenso, soprattutto sui sentieri scoperti dalla vegetazione, e sono molti. In inverno capita raramente che nevichi, ma la vegetazione è meno rigogliosa.

Cosa portarsi

Principalmente acqua! Sui sentieri non ci sono fontane, e nei paesi sono state quasi tutte prosciugate. Porartevi un antizanzare e indossate pantaloni lunghi perché in diversi tratti la vegetazione cresce fin quasi a coprire il sentiero.

Dove mangiare, bere e dormire

Nei centri abitati non è difficile trovare un posto in cui rifocillarsi, anche in bassa stagione. Ma non potete mancare Terra e Cuore: su un cucuzzolo a due chilometri da Porto Azzurro mangerete con gli occhi sul mare al riparo dei pini marittimi, e assaggerete le caciotte delle capre a spasso poco lontano da voi.

Con chi andare

Andare a Zonzo organizza un trekking “normale” sui sentieri elbani e uno che si chiama “Elba selvaggia” su una variante della Grande Traversata Elbana.