La Via della Costa

Qualcuno aveva detto che in inverno ci si riposa in attesa del caldo? Chi come me non sopporta il caldo torrido, e ha sofferto terribilmente l’estate 2017, non vede l’ora che si palesi la stagione fredda per approfittare degli itinerari sul mare. Benvenuti sulla Via della Costa, un cammino che per le sue temperature miti e per il clima soleggiato può essere goduto piacevolmente anche in inverno.

Via della Costa | S. Calcagno e A. Rocchi | Fusta Editore 2014 | 120 pp | 13,50€

Fra la Via Francigena e il Cammino di Santiago esiste una via da percorrere a piedi seguendo le conosciute frecce gialle: la Via della Costa, in Liguria, sta a metà fra le due celebri mete di pellegrinaggio e le unisce idealmente lungo la via di terra più diretta.

Chi sta pensando che si tratti di una forzatura sappia che non necessariamente lo è: lungo tutto il cammino sono diverse le testimonianze che riportano il nome dell’apostolo San Giacomo.

Ma per convincervi del tutto basteranno la bellezza del cammino e la storia della sua nascita.

La Via della Costa

Iniziamo dalla Liguria, una terra incastonata tra il mare e i monti che la proteggono. la Via della Costa la attraversa da est a ovest cercando di evitare strade asfaltate e centri cittadini.

La Liguria è una regione densamente urbanizzata, dove l’uomo ha strappato alla terra ogni centimetro libero dall’acqua, dalla roccia e dai rilievi troppo aspri; neanche la pendenza ha fermato la tenacia dei liguri, i quali con i terrazzamenti hanno creato un ambiente di grande suggestione che oggi incanta i camminatori.

La Via della Costa tuttavia sfrutta ogni traccia rimasta delle vie romane e medievali, evitando i centri densamente urbanizzati per privilegiare i piccoli borghi di cui la Ligura è ricchissima.

Passando nell’immediato entroterra impervio e selvaggio o sulla costa seguendo i rilievi che si tuffano nel mare, tra antichi borghi marinari e splendidi belvedere, vale la pena prendersi 12 giorni di tempo per camminare tra Ventimiglia e Sarzana su questa via escursionistica.

Il cammino non presenta mai difficoltà che possono far decidere il camminatore di tornare indietro, e i dislivelli non sono mai eccessivi. Dall’uscita della guida, nel 2014, alcune ospitalità si sono aggiunte al lingo elenco riportato sulla carta, per cui è una buona idea consultare il sito del cammino prima di partire.

Nato dal basso

I cammini nati dal basso fanno sempre un po’ più notizia, anche se in fondo anche i grandi cammini hanno iniziato la loro storia in modo estremamente umile. La storia della Via della Costa inizia con Anna Rocchi e Silvio Calcagno, gli autori di questa guida e genitori del cammino. Sono stati loro a rederci fin dall’inizio e a renderla percorribile dal primo all’ultimo passo. In una ricerca durata anni, Anna e Silvio hanno scovato le antiche tracce di strade ormai scomparse sotto il cemento, le vie più suggestive per evitare le città, i percorsi più affascinanti; e hanno creato una rete di ospitalità convenzionate che oggi accoglie i camminatori con il sorriso.

La guida

Ve la infilate nella tasca dei pantaloni e partite. Il formato della guida è perfetto per portarla durante le escursioni. E il suo peso non è proibitivo. La guida non si perde in informazioni che potremmo trovare su internet, ma offre ai camminatori tutte le preziose informazioni pratiche per accompagnarli sul sentiero. I capitoli si aprono con una mappa – che non può sostituire una cartina – e con le informazioni di base.

Il testo del capitol descrive invece l’itinerario passo per passo, una svolta alla volta; se consultata regolarmente durante il cammino, probabilmente rende superflui i segnavia. Infine il capitolo si chiude con le distanze per i maggiori punti di riferimento lungo la via: la cosa è molto utile perché permette di pianificare in anticipo le soste principali della giornata.

Un elemento che avrebbe potuto essere curato di più è la descrizione dei luoghi; uno dei capitoli iniziali descrive revemente tutti i (moltissimi) paesi attraversati nelle 12 tappe, dedicando a ciascuno poche righe. La densità storica, culturale e architettonica del cammino avrebbe meritato ben di più, ma avrebbe appesantito la guida.

2 Comment

  1. Calcagno Silvio says:

    Siamo Anna Rocchi e Silvio Calcagno e proprio in questo momento, con piacevole sorpresa ho letto l’articolo che avete scritto su di noi. GRAZIE,
    Condividere la stessa filosofia di vita e comunicarla agli altri ricompensa di tanta fatica, di tante delusioni e incita ad andare avanti!!! ultreya

    1. italiaincammino says:

      Grazie Anna e Silvio! Grazie a voi chissà in quanti hanno apprezzato la bellezza di questo cammino! A presto

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