Camminare, per molti di noi, non è più una necessità: è piuttosto un piacere o un bisogno intimo. Passiamo sempre più ore seduti a una scrivania, rinchiusi tra quattro mura, in coda nel traffico nell’abitacolo della nostra auto. La modernità ha il suo fascino, ma il richiamo della naturalezza, di un ritmo più vicino a quello del nostro corpo, si fa sempre più forte.

Portogruaro, Ediciclo 2011
151 pagine | 14,50 €
Se siete d’accordo con quanto ho scritto fin’ora, L’arte del camminare di Luca Gianotti è un libro che vi conquisterà.
L’arte del camminare è rivolto a chi si avvicina a questa attività, a chi la pratica da qualche anno, e a chi cammina da anni, ma non si era mai fermato a meditare sulle moltissime sfaccettature del cammino. Per tutti loro L’arte del camminare è un invito a fare una pausa e riflettere sull’importanza di un gesto che molti di noi danno per scontato, aiutandolo a riscoprirne il reale valore.
Se da un po’ di tempo avete in mente di fare un cammino, un paio di giorni di trekking, o di iniziare a fare camminate vicino a casa, questo libro vi toglierà ogni dubbio e vi farà precipitare ad allacciarvi le scarpe per partire.
Gli “esperti” del cammino, chi come me cammina da anni, senza farsi troppe domande, potrebbe pensare che il libro non faccia per lui. Ma non è propriamente così: credo che tutti, abbandonata l’iniziale diffidenza, abbiano qualcosa da imparare dal modo un po’ infantile di Luca Gianotti di interpretare il cammino. Anche per i camminatori di lungo corso, il libro apre una finestra sul mondo, lasciando entrare una luce che non conoscevamo, e che con il tempo e altre letture potrà crescere per illuminare i nostri passi.
Notti passate in un sacco a pelo sotto le stelle, lunghi trekking in compagnia di un asino….Se tutto questo vi sembra lontano e difficile, arrivati a metà del libro lo chiuderete, riempirete lo zaino con il minimo indispensabile e partirete.
L’arte del camminare è prima di tutto una lunga riflessione sul camminare, un gesto così naturale che sovente non ci rendiamo conto che abbia bisogno di spiegazioni. Una lunga riflessione sul concetto di cammino e su tutto ciò che ci sta intorno.
In questi ultimi anni ci siamo resi conto che il modo di camminare è cambiato. Da azione puramente funzionale, oggi la sua valenza ludica ha assunto un’importanza certamente maggiore. Camminiamo per svagarci, per rilassarci, per rallentare. Per trovare qualcosa, anche se spesso non sappiamo che cosa: per riempire il senso di insoddisfazione che la società, la vita quotidiana, ci lasciano addosso.
Il modo di camminare è cambiato: sembra stupido dirlo, ma un manuale che ci insegna a farlo, che riflette su questa cosa, non è certamente inutile. Gianotti fa questo: ci spiega il nuovo modo di camminare e ci dà degli strumenti per capirlo, interpretarlo e goderne.
Il camminare a cui si riferisce il libro non ha a che fare con la velocità, con i chilometri, con una meta da raggiungere. Non è l’attività sportiva tanto amata dagli alpinisti, non ha come obiettivo la conquista di una vetta per poi scendere e tornare a casa in tempo per pranzo. È un’attività fine a se stessa, in cui l’obiettivo è il cammino. L’azione e il suo fine coincidono pienamente.
L’arte del camminare riesce a trasmettere il messaggio che il camminare è davvero il gesto più naturale del mondo. È vero che per farlo servono degli accorgimenti, un po’ di esperienza, e qualche attrezzatura… ma il necessario è così poco, che bastano poche pagine per spiegarlo. Prima di iniziare a leggere il libro, quando ho scorto l’indice mi sono stupito del grande numero di capitoli. Sfogliandolo mi sono reso conto che i capitoli sono in effetti molto brevi. Mi è venuto il dubbio che gli argomenti venissero trattati in modo superficiale, non approfondito. Ma poi leggendolo mi sono convinto che il messaggio del libro di Gianotti è proprio questo: camminare è semplice e naturale. È l’attività più naturale che conosca l’essere umano. Basta pochissimo per iniziare.
Apre il libro la preziosa prefazione di Wu Ming 2, scrittore di grande sensibilità e autore di un bellissimo libro sul cammino.
Wu Ming 2 nella prefazione lancia uno sguardo generale sulla figura del camminatore, e uno sguardo rapido ma molto penetrante sul viaggiare lentamente:
Andare a piedi non basta, e la lentezza non è solo un fatto di chilometri.
Una frase che riassume bene tutto il libro.
Teoria e pratica
Nella sua trasformazione da attività funzionale ad attività ludica, l’atto di camminare si è caricato di significati profondi. Potremmo dire che nel momento in cui l’uomo ha smesso di camminare per necessità, ha iniziato a sentirne nostalgia e a comprenderne l’importanza.
Camminare non è solo un modo per spostarsi da un luogo a un altro, ma un mezzo per ritrovare se stessi. Ma che cosa ci sarà mai da ritrovare? Qualcosa che abbiamo perso: la serenità. Camminare può aiutarci a ritrovarla. Ma «Andare a piedi non basta, e la lentezza non è solo un fatto di chilometri». Camminare può essere un modo per rallentare, per ritrovare una dimensione più vicina a quella che ci è più naturale: ritmo più lento e meno stress.
Ridurre il passo del nostro camminare a qualcosa di essenziale, è questo l’insegnamento zen applicato al camminare. Lasciar andare ansie e preoccupazioni, che creano infelicità. Riportare tutto al presente, al semplice gesto del camminare. Aiutare la mente a fermarsi col corpo, mentre di solito è abituata a volare nel passato e nel futuro.
[…] Il corpo vive nel presente e lo riflette. E il camminare aiuta a riunificare e armonizzare mente e corpo, dopo qualche giorno di disintossicazione.
Camminare ci cambia
Già, la disintossicazione. I primi giorni di cammino, i primi tre secondo Luca Gianotti, sono una fase di transizione in cui il nostro corpo cambia e invita la mente a unirvisi. Solo dopo questo rito di passaggio – magari accompagnato a una crisi – torniamo al camminare naturale e all’unione di corpo e mente.
Gianotti prende per mano il lettore e si pone come guida spirituale, oltre che naturalistica. Accompagna le persone disposte e desiderose di conoscere questo mondo. Leggendo il libro ci rendiamo conto che lo fa in modo discreto, pronto a tirarsi indietro e scomparire non appena il lettore – il camminatore – sarà abbastanza maturo per andare oltre, per proseguire il suo cammino di scoperta del cammino.
Istruzioni per l’uso
Un conto è sognare a occhi aperti, divagare, immaginare, teorizzare e leggere libri. Ma allacciarsi le scarpe e partire è tutta un’altra storia, e deve rimanere preferibilmente l’obiettivo primario. L’arte del camminare ci viene in aiuto anche in questo, con moltissimi consigli che solo un camminatore di grande esperienza può dare. I consigli pratici costituiscono una parte molto importante del libro e spaziano in tutti gli argomenti che un camminatore può trovarsi ad affrontare.
Come si prepara un viaggio a piedi? Come si sceglie lo zaino che porteremo sulle spalle per una settimana? Cosa bisogna metterci dentro e come bisogna riempirlo? In quale stagione è meglio camminare? In quali ore del giorno? Meglio soli o in compagnia? Come ci si veste durante un trekking? Come ci si orienta? Quanto sono importanti le previsioni meteorologiche prima e durante il viaggio?
Insomma: c’è tutto. Il camminatore alle prime escursioni, o chi si sta ancora preparando per i il suo primo trekking, troverà in questo libro un preziosissimo aiuto per affrontare le prime esperienze con la preparazione di un grande camminatore. I camminatori più esperti troveranno invece i consigli non scontati di un esperto dei lunghi trekking, e un punto di vista che li aiuterà certamente ad apprezzare e a godere di più di ogni momento passato in cammino.
Chiudo con una citazione che potrà rassicurare chi non è ancora partito, e far sorridere i camminatori abituali:
Prevedere l’imprevisto è impossibile. Pre-occuparsi è un investimento di tempo e di energie economicamente in perdita. Essere consapevoli del momento presente ci protegge molto meglio dai pericoli.