Sardegna a piedi | 11 itinerari spettacolari lungo la costa

Diciamo che l’inverno è un momento difficile per chi cammina; il freddo, la neve… chi non ama camminare con le racchette da neve, chi non ama il vento gelido sul viso, chi non ama dover aspettare diversi week end per avere le condizioni ottimali per una camminata confortevole, di solito decide di dedicare i mesi invernali a scegliere le camminate da fare tra primavera e autunno. Se proprio non possiamo mettere in moto le gambe, possiamo almeno sognare dove ci porteranno da qui a qualche mese!

Sardegna a piedi | R. Carnovalini e R. Ferraris | Terre di Mezzo 2013 | 156 pp | 15,30€

Ah, la Sardegna! Le sue meraviglie, nell’immaginario comune, sono legate a spiagge bianchissime, alle sue acque trasparenti, al sole nel cielo azzurro, a relax estivo sul bagnasciuga.

Tutto vero, ma non pensate alla Sardegna come a un inferno per chi alle vacanze al mare preferisce una vacanza attiva. Al contrario! E non è necessario allontanarsi dal mare per trovare sentieri che ci portino alla scoperta di questa terra. La sua costa è percorsa da un fittissimo reticolo di percorsi un tempo usati dai pastori, dai pescatori, dai minatori per spostarsi tra il mare e l’entroterra. Oggi in parte si possono riutilizzare per uno scopo ben meno faticoso e probabilmente più appagante.

Ma veniamo alla guida. Qualche anno fa Roberta Ferraris e Riccardo Carnovalini hanno deciso di conoscere le coste della Sardegna, che all’epoca avevano appena ricevuto un importante tutela da parte del governo: il divieto di edificare entro 2 chilometri dal mare. In 80 giorni hanno percorso 1500 chilometri e scattato migliaia di fotografie per raccontare una terra stupenda e allo stesso tempo interessante. A noi “comuni mortali” hanno riportato 11 itinerari che grazie al clima insulare possono essere percorsi tutto l’anno.

 

Perché scegliere di camminare in Sardegna

Camminare in vista del mare non illuda: la fatica e l’impegno possono essere simili a quelli che richiedono i sentieri di montagna

Per i suoi paesaggi. Da una parte il mare cristallino che si allontana e si avvicina lungo il percorso. Abbandonati gli zaini possiamo decidere di abbandonarci per un po’ all’acqua fresca prima di riprendere il cammino. Dall’altra invece la terra, le dune di sabbia e le colline, le torri di avvistamento che un tempo cingevano il litorale a protezione dai saraceni.

La Sardegna è una terra antichissima, anteriore alla nascita di Alpi e Appennini. Le rocce che costituiscono paesaggi incantevoli sono molto più dello sfondo per una fotografia, la loro storia ha milioni di anni.

Per la sua biodiversità. Non è la frase di una rivista vegana, e ora ve lo spiego. In Sardegna vivono circa 2000 specie vegetali, mentre un paese come la Svezia, 20 volte più grande, ne ospita circa 1800. Significa che ad ogni passo la varietà di forme, colori e profumi attorno a voi sarà davvero grandissima. Se ci si allontana dalle aree più urbanizzate, inoltre, si può fare la conoscenza di alcune specie animali che non vivono in alcun altro luogo del pianeta se non in Corsica. Il cavallino della Giara, il cervo e il cinghiale sardo, sono tutte specie autoctone che risiedono solo in Sardegna, e che a causa del confine naturale dell’acqua non hanno contatti con il mondo esterno da milioni di anni.

Per le tracce della sua storia. Il paesaggio e la cultura hanno molto da raccontare sul passato di un luogo, e il saperli interpretare regala dei segreti di grande interesse, dei veri tesori nascosti. Gli approfondimenti di questa guida affrontano moltissimi temi legati alla storia, alla cultura e alle tradizioni della Sardegna e del suo popolo; leggetela prima di partire e sfogliatela di sera, mentre vi riposate dal tragitto della giornata, e il cammino vi apparirà sono una luce molto più stimolante.

Perché questa guida

Perché Riccardo Carnovalini e Roberta Ferraris sono due camminatori di razza a cui ci si può affidare senza paura di perdersi.

La guida è precisa e accurata. Per ogni sentiero scelto indica i punti in cui rifornirsi di acqua, dove dormire, dove mangiare e i collegamenti di trasporto pubblico. La descrizione di ogni itinerario comprende poi molti approfondimenti davvero interessanti che spaziano dalla geografia alla lingua, dalle tradizioni alla storia.

L’unica pecca che ho riscontrato è la mancanza delle distanze in chilometri: troverete al loro posto l’indicazione delle ore necessarie per affrontare il sentiero descritto.

Quando andare

Da settembre a giugno. Il periodo migliore è la primavera. Meglio evitare luglio e agosto per il troppo caldo.

Cosa portare

Una buona scorta d’acqua perché i rifornimenti non sono molti. Pantaloni che resistano agli strappi dei rovi spinati della macchia mediterranea. Scarpe leggere ma con la suola molto protettiva: la temperatura è alta, ma in molti tratti le pietre da attraversare sono affilate e rendono difficile proseguire con delle scarpe da ginnastica dalla suola leggera. Un cappello per ripararsi dal sole.